Corsa contro il tempo per evitare un disastro ecologico



Nella notte altri tre container carichi di materiali inquinanti sono finiti in mare, aggiungendosi agli oltre duecento caduti fino ad oggi. E il timore di una catastrofe ambientale nel sud della Gran Bretagna si fa di ora in ora più concreto. Come una grande balena ferita, adagiata su un fianco, inclinata di 35 gradi, a poche centinaia di metri dalla costa, la portacontainer "Napoli" potrebbe rovesciarsi da un momento all'altro. E la "Jurassic coast", già inserita dal governo di Londra prima dell'incidente fra le zone ad alto rischio ambientale per il delicatissimo equilibrio ecologico che la caratterizza, ora potrebbe fare i conti con il carico di veleni che lentamente, ma inesorabilmente continua a fuoriuscire dalla nave. Dal ponte cadono i container sotto gli occhi impotenti degli abitanti della zona e delle squadre di emergenza; da uno squarcio sulla fiancata fuoriesce il gasolio. Duecento tonnellate di carburante che si tenta di arginare con delle barriere galleggianti. Altri tremila ne rimangono nei serbatoi e, mare permettendo, dovrebbero venire aspirati nei prossimi giorni. Per alcune specie marine il danno è già compiuto. Cormorani e gabbiani reali sono già stati investiti dall'onda nera. E rischiano di esserlo anche lontre marine, foche grigie, delfini. Ma con il freddo il carburante si addenserà e affonderà andando a colpire le forme di vita che abitano i fondali.

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